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“I have a dream …”
Nell'epoca delle elezioni tristi
Don Chisciotte


Oggi vi dico, amici miei, che malgrado le difficoltà presenti e future, io ho fatto un sogno.
Io ho un sogno: che un giorno questa nazione si sollevi e viva secondo il vero significato del proprio credo: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Io ho un sogno: che un giorno sulle verdi colline della Brianza, i figli degli immigrati e i figli nostrani, potranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.
Io ho un sogno: che un giorno persino il Casertano, una terra che oggi soffoca sotto la cappa della camorra, che soffoca sotto la cappa della violenza, si trasformerà in un'oasi di libertà e giustizia.
Io ho un sogno: che un giorno i nostri figli, possano vivere in una repubblica fondata sul lavoro e non morire al lavoro.
Io ho un sogno: che un giorno, in Sicilia, ragazzi e ragazze di ogni colore, potranno stringersi per mano, come fratelli e sorelle e insieme sconfiggere la mafia.
Io ho un sogno: che un giorno in questo paese torni la democrazia; quella piena, vera, alta, e che il popolo possa eleggere liberamente i propri rappresentanti e non quelli imposti dai partiti.
Io ho un sogno: che un giorno potranno essere cacciati i porcari dal tempio della democrazia, che è il nostro parlamento, da questi profanato e vilipeso.
Io ho un sogno: che un giorno persino il nostro paese, soffocato oggi dall'arroganza del potere, dall'ignoranza elevata a virtù, dalla prepotenza della casta dei politici - ma non solo - si trasformerà in un paese libero, ma libero veramente.
Io ho un sogno, oggi !
Questa è la nostra speranza.
Questa la fede che manterrò anche dopo queste elezioni, comunque vadano.
La fede in noi, uomini e donne del nostro tempo e nella nostra volontà di cambiare questo stato di cose. Con questa fede saremo capaci di estrarre dalla montagna della disperazione la pietra della speranza. Con questa fede saremo capaci di trasformare le stridenti discordie del nostre paese in una bella sinfonia di fratellanza. Con questa fede saremo capaci di lavorare insieme, lottare insieme, andare in prigione insieme, difendere la libertà insieme, sapendo che saremo liberi un giorno.
Questo sarà il giorno in cui tutti potranno cantare insieme, rinnovandone il significato: “E' questo è il fiore di un partigiano, morto per la libertà”.
Così fate che la libertà risuoni nelle aule del nostro parlamento; fate che la libertà risuoni nei campi di pomodori della Puglia e arrivi alle orecchie dei nostri fratelli romeni, senegalesi e a tutti gli altri sfruttati; fate che la libertà risuoni nei campi rom delle periferie delle nostre metropoli; fate che la libertà risuoni nei cantieri del nostro paese e arrivi alle orecchie di chi è costretto a lavorare per pochi spiccioli; fate che la libertà risuoni nelle strade buie o assolate dove donne di tutto il mondo sono costrette a vendere il proprio corpo; fate che la libertà risuoni nelle nostre case, per le strade delle nostre città.
Ma non solo. Fate che la libertà risuoni nei nostri cuori.
E quando questo accadrà e quando faremo che la libertà risuoni, quando faremo che risuoni da ogni borgo e villaggio, da ogni regione e città e non più ingabbiata su manifesti blasfemi, noi riusciremo ad avvicinare il giorno in cui tutti, uomini e donne di ogni colore, culto e nazione, sapranno stringersi per mano e cantare con parole nuove: “Liberi infine. Liberi infine. Grazie a noi tutti, uomini e donne, siamo liberi infine”.
Io ho un sogno, oggi!
Questo il mio augurio a tutti, nell'epoca delle elezioni tristi.

Don Chisciotte

P.S.: quarant'anni fa a Memphis, nel Tennessee - Stati Uniti – il 4 aprile del 1968, veniva assassinato Martin Luther King, mentre cercava di guidare una difficile lotta dei lavoratori. Leader del movimento afroamericano, combatté strenuamente per l'affermazione dei diritti civili negli Stati Uniti d'America. Il 28 agosto 1963 pronuncio il suo discorso più famoso a conclusione di una grande manifestazione a Washington, davanti alla Casa Bianca.
Da quel discorso ho tratto liberamente il mio scritto e per questo ringrazio umilmente il mio grande ispiratore, di fronte alla cui memoria, mi inchino.



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  7 aprile 2008